Dr. SALVATORE SOTTOSANTI

Medico Chirurgo Oculista

 

CATARATTA

COSA E’ LA CATARATTA ?

Rappresenta una patologia in cui si ha l’opacizzazione del cristallino. Il cristallino è una struttura oculare situato dietro la pupilla, che normalmente è trasparente come la lente di un occhiale.

Il paziente affetto da cataratta lamenta di vedere appannato (come vedere attraverso un vetro opaco e/o giallastro di una finestra).


E’ bene sfatare subito alcuni luoghi comuni circa la cataratta:

Non è causa di danni visivi irreversibili

Non è la conseguenza di uno sforzo visivo (es. attività di sarto, orefice, computer etc etc)

Non è una patologia contagiosa, che si trasmette da una persona all’altra


La cataratta rappresenta una delle più frequenti cause di riduzione visiva, specie con l’avanzare dell’età; ma è una malattia curabile. E’ fondamentale una visita oculistica per valutare se è la cataratta la causa di un danno visivo o se  conseguenza di altre patologia, come anche se è necessario un eventuale intervento chirurgico.


Solo un medico oculista può porre diagnosi di cataratta; non certamente l’ottico. Per una corretta diagnosi è necessario effettuare una visita con l’applicazione di colliri cosiddetti midriatici, che dilatano la pupilla e permettono una completa visualizzazione del cristallino.

E’ consigliabile una prima visita oculistica dopo i 40 anni di età, quando possono comparire i primi segni di cataratta. Ad ogni modo dai 65 anni di età in poi è opportuna una visita oculistica ogni anno; il rischio di cataratta, come di altre patologie oculari, aumenta con l’avanzare degli anni. Solo una completa visita oculistica può confermare eventuale presenza di cataratta e/o di altre malattie dell’occhio.

In genere la cataratta aumenta con l’età, senza particolari sintomi all’inizio. Con l’avanzare della cataratta possono comparire:

Visione offuscata senza dolore

Ridotta visione nelle ore serali o in condizioni di ridotta luce ambientale

Fastidio alla luce e/o visione di aloni intorno alle fonti luminose

I colori appaiono sbiaditi

Necessità di luci intense per leggere o per svolgere altre attività

Frequenti cambiamenti di occhiali

Visione doppia con un solo occhio


CAUSE DI CATARATTA

La forma più frequente di cataratta è quella senile. Normalmente il cristallino è trasparente; con l’età si indurisce e diventa opaco causando riduzione della vista. Se l’opacizzazione del cristallino è lieve o coinvolge una porzione del cristallino il danno visivo sarà lieve; in caso di opacizzazione avanzata e/o coinvolgimento di tutto il cristallino la riduzione visiva sarà maggiore.

Esistono altre forme di cataratta oltre quella senile:

Cataratta congenita: presente sin dalla nascita o insorge nei primi mesi di vita. Può essere ereditaria o associata ad altri difetti congeniti. In alcuni casi non vi è alcuna causa apparente

Cataratta traumatica: Può insorgere subito dopo il trauma oculare o comparire dopo alcuni mesi o anni dal trauma


Ad ogni modo la forma più frequente di cataratta è quella senile. Circa il 70% dei soggetti oltre i 75 anni di età è affetto da cataratta. Generalmente insorge in entrambi gli occhi, anche se in un occhio può essere più avanzata rispetto all’altro.

I principali fattori di rischio per la cataratta sono:

Età avanzata

Diabete

Familiarità

Fumo

Pregresso trauma e/o infiammazione oculare (uveite)

Prolungata terapia con steroidi

Eccessiva esposizione a raggi solari

Pregressi interventi oculari


COME EFFETTUARE DIAGNOSI DI CATARATTA ?

Per porre diagnosi di cataratta è necessaria una visita oculistica completa con la pupilla dilatata.

Esame alla lampada a fessura: Con questo strumento si valutano la cornea, l’iride, il cristallino e lo spazio tra l’iride e la cornea

Esame del Fundus: Con la pupilla dilatata è possibile visualizzare le strutture posteriori dell’occhio, quindi anche la retina e il nervo ottico al fine di valutare eventuali patologie oculari associate alla cataratta (es. retinopatie, maculopatie, glaucoma). In alcuni casi di cataratta molto avanzata non è possibile esplorare la retina e/o il nervo ottico.

Misurazione della vista


Una volta posta diagnosi di cataratta è consigliabile:

Effettuare una visita oculistica almeno una volta l’anno

Proteggere i propri occhi dai raggi UV con l’uso di occhiali da sole

Smettere di fumare; il fumo può incrementare il rischio di cataratta

Usare luci intense in caso di lettura o altre attività; talvolta possono essere utili occhiali per ingrandire le immagini

Ridurre la guida nelle ore serali

Controllare la glicemia

Usare una corretta prescrizione di occhiali o lenti a contatto


Quando la normale attività quotidiana è limitata dalla cataratta allora è consigliabile l’intervento chirurgico.

Non esistono colliri in grado di curare o rallentare l’evoluzione della cataratta. L’unica cura è l’intervento chirurgico.


COME CURARE LA CATARATTA

Quando si ha una lieve riduzione della vista in seguito a cataratta può essere sufficiente cambiare gli occhiali (o la lente a contatto).

Se nonostante il cambio degli occhiali la vista non è sufficiente per le normali attività quotidiane, allora è necessario effettuare l’intervento chirurgico.

In passato si raccomandava l’intervento solo quando la cataratta era “matura”. Oggi grazie ai progressi nella strumentazione chirurgica e alle maggiori esigenze visive, l’intervento di asportazione della cataratta è consigliabile quando questa è tale da interferire con la normale vista quotidiana; quindi è possibile effettuarlo anche quando l’opacizzazione del cristallino non è molto avanzata.

Con l’intervento di cataratta, il cristallino naturale viene asportato e sostituito da un cristallino artificiale.

L’intervento viene fatto in day-surgery, senza che il paziente debba essere ricoverato per una notte presso una struttura ospedaliera.


Test preoperatori

Prima dell’intervento, oltre la visita, è necessario conoscere:

la lunghezza del bulbo oculare

la curvatura della cornea

Questi dati, valutabili tramite un unico o 2 differenti strumenti, sono fondamentali per sapere quale cristallino artificiale va impiantato.

Qualora il paziente avesse subito in passato altri interventi chirurgici oculari (es. laser per correggere difetti visivi), sarà necessario effettuare altri test per valutare il cristallino artificiale corretto da impiantare.

L’oculista prima dell’intervento deve sapere quali farmaci prende il paziente; alcuni possono interferire con la dilatazione della pupilla (es. farmaci utilizzati nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna) rendendo complicato l’intervento; in alcuni casi è raccomandata la sospensione di questi alcuni giorni prima dell’operazione.


Tecnica chirurgica

La tecnica più frequentemente utilizzata per la correzione chirurgica della cataratta è la facoemulsificazione. Viene effettuata una piccola incisione (circa 2,5 millimetri) nella cornea (la parte anteriore dell’occhio), attraverso la quale viene inserito un piccolo strumento che emette ultrasuoni per frammentare il cristallino e aspirarne i pezzi. Una volta tolto il cristallino naturale, viene impiantato all’interno dell’occhio il cristallino artificiale. Questo è costituito da un materiale plastico detto acrilico. Il cristallino artificiale permette il passaggio dei raggi luminosi sulla retina.

Quasi sempre il cristallino artificiale viene posto dietro l’iride (la parte colorata dell’occhio); in questi casi si parla di lente posizionata in camera posteriore. Talvolta deve essere inserito davanti l’iride (lente in camera anteriore)

Una volta introdotto il cristallino vengono chiuse le incisioni effettuate sulla cornea, quasi sempre senza la necessità di porre punti di sutura. Al termine dell’intervento viene messa una benda davanti l’occhio.


Subito dopo l’intervento il paziente può andare a casa; non è consigliabile guidare.

Dopo l’intervento verranno prescritti dei colliri; nei primi giorni successivi all’operazione è consigliabile bendare l’occhio quando si dorme e indossare occhiali da sole in ambienti luminosi. Nella prima settimana post intervento è meglio evitare ginnastica o sollevare pesi, come anche stare lontani da ambienti polverosi (ciò potrebbe aumentare il rischio di infezione).


Rischi e complicanze possibili

Come in tutti gli interventi chirurgici, anche in quello per cataratta ci possono essere complicanze durante e dopo l’intervento:

Infezioni

Emorragie oculari

Aumento della pressione dell’occhio

Edema della retina

Perdita della vista (parziale o completa)

Oggi grazie ai progressi nella strumentazione e nelle tecniche chirurgiche questi rischi sono molto bassi, ma nessun oculista può affermare che l’intervento per cataratta è “sicuro al 100%”.


In alcuni casi (in circa il 30-40% dei pazienti operati) insorge la cosiddetta cataratta secondaria; in pratica parte del cristallino originario (la cosiddetta capsula posteriore), che fa da supporto al cristallino artificiale, può diventare opaca mesi o anni dopo l’intervento di cataratta. In questi casi non è necessario un nuovo intervento chirurgico; si effettua una procedura laser, attraverso la quale si crea un’apertura al centro della capsula posteriore opaca. Questa tecnica si chiama capsulotomia YAG laser e viene effettuata in pochi minuti, senza dolore e con la sola applicazione di gocce.

Dopo l’intervento di cataratta i pazienti hanno bisogno di occhiali per leggere e in alcuni casi anche a distanza; solo in caso di applicazione di cristallino artificiale multifocale è possibile ridurre la dipendenza da occhiali o farne a meno per tutte le distanze.


IMPIANTO DEL CRISTALLINO ARTIFICIALE

Il cristallino artificiale, detto anche IOL (intraocular lens) permette la messa a fuoco dei raggi luminosi sulla retina, esattamente come il cristallino naturale.

La maggior parte delle IOL è costituita da un materiale flessibile e pieghevole.

Prima dell’intervento di cataratta sono presi in considerazione alcuni parametri dell’occhio (es curvatura della cornea, lunghezza antero-posteriore del bulbo oculare), dai quali poi risalire al tipo di IOL corretta da impiantare. In relazione al potere della IOL, dipende l’eventuale necessità di utilizzare occhiali dopo l’intervento di cataratta.

Ovviamente esistono diversi tipi di IOL:

Lenti monofocali: rappresentano il cristallino artificiale più frequentemente utiilizzato. Permettono una buona visione per lontano o per vicino. In caso di IOL monofocale per lontano il paziente avrà bisogno di un occhiale per la lettura (o viceversa). In alcuni casi è possibile adottare una strategia chiamata monovisione: in un occhio si mette una IOL monofocale per lontano e nell’altro occhio una IOL monofocale per vicino.

Lenti multifocali: permettono una buona visione per lontano e per vicino, eliminando o riducendo la dipendenza da occhiali. La capacità di leggere o svolgere altre attività da vicino senza occhiali varia da persona a persona ed in ogni caso questo tipo di IOL deve essere impiantata in entrambi gli occhi. In genere sono necessarie 6-12 settimane dall’intervento nel secondo occhio affinché il sistema visivo si adatti a questa nuova condizione e la visione sia completa. In una buona percentuale di pazienti questo tipo di IOL non elimina completamente la necessità di utilizzare occhiali e/o lenti a contatto (es. un paziente può leggere senza occhiali, ma il testo può apparire più chiaro con l’uso di un occhiale leggero); prima di consigliare questo tipo di IOL è fondamentale anche valutare altri parametri come il diametro della pupilla e l’eventuale presenza di astigmatismo presente prima dell’intervento. In una lieve percentuale di pazienti sottoposti ad applicazione di IOL multifocali possono comparire alcuni disturbi come la visione di aloni o riduzione del contrasto, disturbi che tendono ad accentuarsi in condizioni di ridotta luce ambientale (es. la guida notturna); la maggior parte di questi soggetti tendono col tempo ad adattarsi senza particolari fastidi; ad ogni modo ancora oggi non è consigliabile l’impianto di IOL multifocali in soggetti che guidano spesso la sera o svolgono attività lavorative che richiedono una ottima visione per vicino (es. sarto, orefice).

IOL Toriche: sono IOL monofocali che permettono di correggere un astigmatismo presente prima dell’intervento.

IOL con filtro protettivo: In queste IOL viene applicato un filtro che protegge la retina dall’esposizione ai raggi ultravioletti, potenzialmente fonte di danno retinico